Non esiste alcuna persona, che conosca un po' il mondo del gioco d'azzardo e che vuole giocare al casino online, che non sia a conoscenza dell'idea del Governo di arrivare ad un accordo con le Regioni e gli Enti Locali per la riforma del gioco pubblico. I giornali e le trasmissioni televisive hanno riempito pagine ed ore di disquisizioni relative a questa riforma che per il momento è in stand-by e non si sa se la trattativa continuerà... o cadrà, come si teme, nel buco nero dell'insuccesso. L'accordo prevedeva una cospicua riduzione dell'offerta del prodotto gioco, di apparecchiature da intrattenimento, di sale: insomma, una riforma che si poteva chiamare epocale perché metterebbe il settore alle corde e non più in grado di procurare ricadute negative a livello sanitario e problematiche a livello umano.
Questo “era” il pensiero dell'Esecutivo: basta con il fenomeno del gioco ad oltranza ed ovunque. Ma dall'altra parte lo stesso Esecutivo cosa fa? Nella sua programmazione economica evidenzia come (l'ulteriore) l'aumento dell'imposizione sui giochi darà un gettito crescente negli anni! Se non è contraddizione questa... di che cosa si vuole parlare? La manovra-bis di imminente approvazione prevede, come già sottolineato più volte, un aumento della tassazione sui giochi, quindi maggiore gettito derivante dalle nuove misure che sarà, naturalmente, in crescita negli anni a venire. Lo si legge esattamente nel Def approvato lo scorso 11 aprile dal Consiglio dei Ministri.
Con questo documento si delinea assai bene l'aumento degli incassi relativi ai giochi per l'applicazione dello “Split Payment” in vigore da aprile 2015 e per il conseguente “passaggio all'Erario di circa 1.500 milioni. Poi per quanto riguarda le imposte per la categoria dei Monopoli l'incremento pervenuto all'Erario è determinato prevalentemente dall'aumento del gettito dell'imposta sui tabacchi, più di 93 milioni). Per quello che riguarda il Lotto, l'incremento di 2.360 milioni è invece attribuibile ai maggiori introiti sempre per il lotto e superenalotto ed anche per il maggiore prelievo unico erariale applicato agli apparecchi di gioco derivante dall'aumento delle aliquote disposto dalla Legge di Stabilità del 2016.
Un altro “gradito introito” evidenziato sempre dal menzionato Def è un maggior gettito, valutato più o meno 2.235 milioni di euro, attribuibile anche dall'aggiudicazione di concessioni novennali per la gestione dei giochi numerici a totalizzatore nazionale per un totale di cento milioni di euro, da versarsi in due rate annuali di cinquanta milioni dal 2017. Ma con queste cifre e questi introiti, come farà mai il Governo a rinunciarvi senza aumentare ai cittadini le tasse attuali. E dove si andranno a reperire, di conseguenza, queste risorse qualora risultasse vero che si porterà a termine l'accordo per la riforma del gioco?
Questa sembra veramente, e sempre di più, una “presa in giro” per mostrare un “polso duro” da parte dello Stato nei confronti del gioco d'azzardo e dei casino in linea per “compiacere l'opinione pubblica” e non certamente un percorso per un riordino di un fenomeno (quello del gioco d'azzardo) che doveva essere gestito assai meglio proprio dallo stesso Governo che non sa più “che pesci pigliare”, si dibatte nella rete dei “consensi pubblici” e continua a dibattersi senza alcuna soluzione se non quella più “tragica”: quella di lasciare le cose come stanno nel mondo del gioco pubblico, con la confusione che vi regna, con il potere alle Regioni che ne continuano a determinare la “vita e la morte” sul territorio. Bella coerenza... non c'è che dire!